ACOSTA RE DELLE CADUTE, PECCO POCHE MA DECISIVE

Pedro Acosta ha talento, un innato talento. Questo è indubbio, altrimenti non avrebbe vinto il Mondiale Moto3 all’esordio e quello della Moto2 prima di festeggiare i vent’anni.

Quest’anno sperava di strappare a Marc Marquez il record di più giovane vincitore di un GP in classe regina, tuttavia complice una Ducati insuperabile l’unico primato che l’erede della famiglia di pescatori di Mazarrón ha fatto segnare è quello delle cadute: 28 i suoi ruzzoloni nel corso dell’annata, record del 2024, sommando le gare standard, le Sprint ma anche tutti i turni di prove nel corso dei GP, incluso il warm-up. 

In pratica è caduto più di quanto non aveva complessivamente fatto nel biennio in Moto2: 15 errori nel 2022, al debutto nella classe intermedia, e sette l’anno scorso, 22 in tutto. Invece in Moto3 Pedro era caduto 13 volte nel 2021, anno in cui fece il suo esordio nel Mondiale.

Con lui sul podio delle cadute stagionali in MotoGP salgono i fratelli Marquez: Marc secondo con 24 ed Alex terzo con 21. Per il fratello minore è la terza stagione consecutiva a quota 21, mentre nel 2021 finì a terra 19 volte e l’anno precedente 14.

Il suo bilancio in cinque campionati in MotoGP è di 96 cadute, decisamente tante, specie per il team che deve provvedere ai ricambi, anche se a differenza dell’anno passato quando saltò tre GP, in India, Giappone e Indonesia per una frattura multipla al costato, quest’anno è sempre stato abile e arruolato.

Nel primo lustro in classe regina, in cui conquistò quattro titoli, invece Marc cadde 83 volte, varcando quota 17 soltanto nel 2017 quando i suoi capitomboli furono 27. Anche dopo l’infortunio Marquez senior ha continuato a finire per terra spesso: 22 volte nel 2021, 18 nel 2022, 29 un anno fa e 24 quest’anno. Il totale del quadriennio è 93, come il suo numero di gara.

GP Catalunya 2024: Pedro Acosta stava inseguendo la sua prima vittoria in MotoGP, ma la sua corsa si è conclusa con una sfortunata caduta.
GP Catalunya 2024: Pedro Acosta stava inseguendo la sua prima vittoria in MotoGP, ma la sua corsa si è conclusa con una sfortunata caduta.

Quarto quest’anno è Jack Miller con 20 cadute, mentre in quinta posizione troviamo con 19 scivolate Brad Binder, Aleix Espargaró ed Augusto Fernandez. Ottavo è Marco Bezzecchi con 18 cadute, nono Joan Mir con 17 e a chiudere la Top 10 ci sono il neo campione del mondo Jorge Martin in coabitazione con Johann Zarco e con Franco Morbidelli con 15.

Superano la doppia cifra pure Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio con 13, la raggiungono Alex Rins e Maverick Viñales con 10. Solamente nove invece le cadute nel 2024 di Francesco Bagnaia e Fabio Quartararo, otto per Raul Fernandez, sette Takaaki Nakagami, sei Miguel Oliveira e Lorenzo Savadori.

Tra i piloti che hanno disputato tutto il Mondiale o comunque la maggior parte delle gare quello caduto meno di tutti è Luca Marini, con appena 4 errori.

Un dato incredibile considerando che Marini è stato il primo pilota della MotoGP a cadere quest’anno, il sabato mattina del GP Qatar alla curva 2 dopo sette minuti e mezzo dall’inizio del turno. Tredici minuti dopo fu imitato da Acosta, ma alla curva 5, seguito in quella sessione da Jack Miller (curva 1) e da Franco Morbidelli (curva 5).

Luca è caduto una seconda volta al secondo GP, il venerdì in Portogallo, ed una terza al quarto round, a Jerez, nella Sprint. Ciò significa che negli ultimi 16 GP è finito gambe all’aria una sola volta, alla terza curva della gara in Indonesia, a seguito di una carambola innescata da Jack Miller, con conseguente caduta di quattro piloti.

Il che, unito ai 14 punti conquistati, che gli sono costati il 22° ed ultimo posto tra i titolari, non depone a favore del fratello di Valentino Rossi che spesso ha dato l’impressione di non cercare il limite in sella alla sua Honda, come se non si fidasse. Per dire, l’anno passato, quando guidava una Ducati, decisamente più performante, Marini cadde 16 volte ma arrivò anche a conquistare 201 punti.

Martin, caduta durante le prove libere a Sepang, GP Malesia 2024.
Martin, caduta durante le prove libere a Sepang, GP Malesia 2024.

Quest’anno Luca ha patito 13 ritiri in meno del compagno di squadra, Mir, che ha anche saltato Misano 1: come scritto in precedenza, lo spagnolo è finito a terra 17 volte, eppure ha totalizzato il 50 per cento dei punti in più di Marini, 21 contro 14.

Anche Nakagami pare aver tirato i remi in barca, cadendo meno del passato, complice il pensionamento ormai vicino: nel 2021, 2022 e 2023 il nipponico cadde sempre 12 volte, quest’anno cinque in meno.

Pure Bagnaia si conferma poco incline all’errore: da quando è in MotoGP non ha mai totalizzato più di 14 cadute in una stagione, picco raggiunto nel 2019 e nel 2022, ed è pure rimasto sotto la doppia cifra negli altri campionati, facendo segnare otto cadute nel 2020, sette nel 2021 e nel 2023, nove quest’anno.

Pur con nove cadute però Pecco ha incassato otto “zeri” stagionali mentre Martin che è caduto 15 volte, non ha preso punti nelle 40 gare del 2024 solo quattro volte. Questo dimostra che nell’attuale MotoGP non conta solo andare forte ma anche minimizzare gli errori quando vengono assegnati i punti, rischiando tutt’al più il venerdì e il sabato.

In quattro anni di MotoGP Martin è stato piuttosto costante come cadute: 14 nel 2021, al debutto, 16 l’anno passato e 15 sia nel 2022 che quest’anno.

Dei 29 piloti che quest’anno hanno gareggiato in MotoGP l’unico senza cadute è stato Andrea Iannone. Poteva imitarlo Michele Pirro ma al Montmelò è caduto all’inizio del turno, alla curva 5. Un errore anche per Remy Gardner che però ha disputato tre GP, in Germania, Gran Bretagna e Giappone.

In totale sono state 335 le cadute stagionali in MotoGP, in diminuzione rispetto alle 358 dell’anno passato. Il valore è identico al 2022, ultima annata senza le Sprint, ma appunto in quell’occasione i piloti non gareggiavano il sabato pomeriggio.

Un anno fa il primatista fu Marc Marquez con 29 cadute, davanti a Mir con 24, entrambi piloti ufficiali HRC: nel tentativo di farla andare forte si spingevano oltre il limite ma così facendo l’otto volte iridato riuscì a raggranellare 96 punti.

Nel 2022 invece peggio di tutti fece Darryn Binder con 27 cadute, seguito da Bezzecchi con 23.

Pecco Bagnaia: la caduta durante la Sprint a Sepang 2024.
Pecco Bagnaia: la caduta durante la Sprint a Sepang 2024.

Tornando a quest’anno in Moto2 il recordman è stato Zonta Van de Goorbergh che, travolgendo alla prima staccata del secondo giro del GP Solidarietà Celestino Vietti, è arrivato a 18 cadute stagionali, bissando il valore del 2023 che a sua volta era uguale al dato del 2022. Secondo è Ayumu Sasaki con 15 cadute, terzi Jake Dixon e Darren Bynder con 13.

Per quanto riguarda gli italiani, dieci le cadute di Dennis Foggia, sette per Celestino Vietti e cinque Tony Arbolino.

Solamente due le scivolate di Ai Ogura, neo campione del mondo e in procinto di salire in MotoGP con Aprilia Trackhouse, dopo aver respinto le offerte di Honda, probabilmente perché ritenuta una moto cagionevole. Il giapponese è sempre caduto poco, a differenza di Aron Canet che in Fantic Racing (anche se impiega i telai Kalex) è rinato, diventando meno falloso: nel 2021 cadde 21 volte, la stagione dopo 20 e l’anno scorso 24 mentre quest’anno è stato disarcionato solo nove volte e ciò gli ha permesso di agguantare quattro vittorie e il secondo posto nel Mondiale.

In Moto3 il primato porta la firma di Filippo Farioli e David Almansa, con 18 cadute a testa. Poiché passerà l’anno prossimo in Supersport con l’Mv Agusta, possiamo trarre un bilancio dell’esperienza del bergamasco tra i prototipi: 36 cadute in 41 GP in cui ha complessivamente raccolto 51 punti.

Quattordici cadute quest’anno per Angel Piqueras, 13 Tatsuki Suzuki e Scott Ogden mentre il fenomenale David Alonso, vincitore di 14 GP (più quattro nel 2023) di cui gli ultimi sette consecutivi è caduto 12 volte.

In gara però lo spagnolo che esibisce la nazionalità colombiana grazie alla madre, è caduto solo a Jerez, anche se in quel frangente è ripartito per concludere all’11° posto.

Undici le cadute invece di Nicola Carraro e Riccardo Rossi, dieci Luca Lunetta, otto Matteo Bertelle e solo cinque Stefano Nepa.

L’Autore: Giovanni Cortinovis

Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.

Si guadagna da vivere come giornalista dal 2002.
Segue, dal vivo, le road races dal 2005, quando andò per la prima volta all’Isola di Man.

Da allora ha assistito a innumerevoli edizioni di Tourist Trophy, North West 200, Ulster GP, Cookstown 100, Tandragee 100, Armoy Road Races, Olivers Mount Spring Cup, Bush, Killalane, Macao GP.

Una piccola parte di quanto ha visto e appreso su questo universo l’ha riversato nel libro “North West 200: La corsa più bella al mondo” in vendita su Amazon, dove ha raccolto una valanga di recensioni entusiastiche.

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